Home » recipe » Il miele di castagno: dal lavoro incessante ed operoso delle api, il nettare d’oro dei monti italiani

Si fa presto a dire miele

Quella delle api non è solo una delle società più organizzate e perfette del mondo naturale ma è anche l’unica che produce un alimento pronto al consumo senza ulteriore intervento dell’uomo: il miele. Vediamo nello specifico in che modo le api riescono con il loro lavoro a creare un prodotto indispensabile per la cucina, per la cosmesi e per la medicina erboristica.

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Tutto inizia con il nettare, il liquido zuccherino presente sui fiori di varie piante: le ali bottinatrici lo raccolgono nella borsa melaria. Arrivate all’alveare lo rigurgitano e le api operaie che digeriscono il nettare raccolto (ancora molto liquido), lo scindono in zuccheri più semplici e lo depongono nelle celle. Durante i successivi 36 giorni di maturazione saranno le api ventilatrici a garantire un flusso d’aria adeguato per l’evaporazione dell’acqua che alla fine è meno del 20 % del prodotto. A questo punto il miele è pronto al consumo e prima di tutto sarà nutrimento per le stesse api.

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Miele di castagno: come si fa

Se la produzione del miele parte dal nettare è chiaro che non possa esistere un solo tipo di miele: a seconda della provenienza del liquido zuccherino ci sarà una tipologia diversa di miele. Se il nettare viene preso da un unico fiore il miele sarà monofloreale come quello di robinia, di corbezzolo, di castagno, di tiglio, di trifogli. Quando le api sono in presenza di più fioriture il miele sarà misto e chiamato millefiori. Il miele di castagno si chiama in questo modo perché si ottiene dai fiori delle piante di castagne selvatiche.  In Italia, grazie alla presenza dei boschi di castagno sulle Alpi e sugli Appennini la produzione di miele di questo tipo è ormai motivo di orgoglio nazionale.

In Valle d’Aosta la produzione di miele di castagno raggiunge livelli di eccellenza, sebbene si tratti di un prodotto difficile da comprendere e da amare. Infatti, questo tipo di miele è unico nel suo genere: rimane liquido per l’elevata componente di fruttosio, il colore è molto scuro, quasi ambrato e l’odore molto intenso. Persino il gusto è totalmente particolare: amaro e molto persistente.

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Proprietà curative, terapeutiche e valori nutrizionali

Per cominciare il miele di castagno è altamente digeribile perché composto per lo più da fruttosio. È’ inoltre conosciuto per le proprietà lenitive e cicatrizzanti: in caso di forti dolori, infatti, è consigliato per il suo potere antispasmodico. E non è tutto: disinfetta le vie urinarie e favorisce la circolazione sanguigna perché i sali minerali (potassio, magnesio, calcio) stimolano il sistema circolatorio. Per le sue proprietà emollienti e antibatteriche è indicato per curare l’influenza e i tipici mal di gola causati dai freddi invernali. Per gli amanti della cura del corpo, invece, il miele di castagno è ideale come nutritivo e idratante per la pelle e i capelli.

Usi e ricette del miele di castagno

Il gusto tipicamente amaro del miele di castagno impedisce l’uso come dolcificante per tè o tisane. Si preferisce gustare questo tipo di miele da solo sul pane o con un filo di burro ma risulta indicato anche per abbinamenti con carni o formaggi molto stagionati, come il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano. Per chi ama sperimentare in cucina, il miele risulta un ingrediente perfetto per piatti invernali come l’arrosto di maiale o antipasti estivi a base di formaggi freschi come robiola o ricotta.

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Calorie e controindicazioni

Una quantità di 100 grammi di miele di castagno fornisce circa 300 kcal e risulta ideale per l’apporto energetico prima e dopo l’attività sportiva perché viene assorbito immediatamente. Il miele di castagno, ricco di ferro, sodio, potassio e di vitamine è comunque composto per lo più da zucchero e acqua, quindi inadatto all’alimentazione delle persone diabetiche o che seguono una dieta ipocalorica.

di Teresa Cavallo.

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